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Cosa mangiano i nostri animali domestici? III

CHI MI PUO’ DIRE COSA MANGIANO I NOSTRI ANIMALI DOMESTICI?

(…alla ricerca della verità sui cibi nel petfood!). 3° parte

Vorrei terminare quest’argomento citando alcune fonti che ritengo attendibili come quelle ufficiali del mercato.

Riporto alcune riflessioni di Ann Martin attivista per i diritti degli animali in America: egli denuncia la scarsa qualità dell’origine degli alimenti pet food, partendo dalla fonte di proteine vegetali derivate dallo scarto della lavorazione con macine di soia, pasta di noccioline, legumi ecc., private del loro olio, germe e crusca e quindi prive di acidi grassi essenziali, vitamine liposolubili e antiossidanti naturali.
La fonte proteica animale sarebbe costituita da animali morti, malati, disabili, che dopo essere stati trattati per estrarre cuoio, grasso e carne, sono trattati con carbone.In alcune fabbriche in Quebec, le industrie trattano gli animali morti insieme al mantello con procedimenti di disidratazione per fornire all’industria alimentare per animali, un composto proteico disidratato come base di partenza per le crocchette appetitose.La legislazione americana e canadese prevede un controllo su queste produzioni da parte del CVMA (Centro statunitense di Medicina Veterinaria Americano) e L’FDA (Ente per gli alimenti e farmaci).Il dottor Wendel O. Belfield, racconta nella sua esperienza di veterinario ispettore delle carni, che spesso gli veniva posto il quesito sulla scelta della miglior carne in scatola che conoscesse, lui puntualmente rispondeva che nessuna è consigliata, non per un suo capriccio personale, ma a seguito di studi pubblicati in un suo libro dal titolo: Come avere un cane più sano.Nel 1990 sul San Francisco Chronicle un altro giornalista(John Eckhouse) riporta questa riflessione:“ogni anno, milioni di cani e gatti morti negli USA sono lavorati con miliardi di chili di altro materiale animale da industrie dette trasformatrici; il loro prodotto finale cioè carni e grassi serve come materia prima per prodotti finali come cosmetici e mangimi per animali.Sia la FDA che il CVMA, sono a conoscenza dell’impiego di animali domestici morti, riciclati per creare alimento animale.A livello ufficiale il tutto viene smentito, ma se certi professori (James Morris) di alto rango universitario sostengono che: “ ogni prodotto non adatto al consumo umano viene sterilizzato molto bene, così niente può trasmettersi agli animali”, non vi sono dubbi che manca molta informazione a tal proposito.Intanto si dimentica che da quelle parti la carne perché non sia commestibile, viene denaturata con acido fenico (acido corrosivo) insieme a volte con creosoto (stessa famiglia).Questo trattamento non impedisce il passaggio di barbiturici presenti nelle carni di animali soppressi con eutanasia, quindi tali sostanze poi vanno a stabilizzarsi nel grasso ottenuto dalla loro lavorazione.Vengono poi aggiunti come stabilizzante nei cibi umidi glicole propilenico, BHT (butilidrossitoluene) o ethoxyquin sostanze epato e nefrotossiche e/o cancerogene.Può essere presente piombo in quantità elevate e depositarsi in percentuale superiore a quella presente nei bambini, se gli animali domestici vengono nutriti con solo scatolette.Bisogna inoltre considerare la possibilità che gli estratti di queste lavorazioni vadano a finire nei mangimi per il pollame e quindi ricadere sulle nostre tavole.Questo è quanto ci racconta il dottor Belfield che ha avuto esperienza nella industria di trasformazione e nella clinica per piccoli animali.Cito un rapporto dell’USDA in cui si sostiene che circa cinque miliardi di kg di pasto con carne e ossa, sangue e penne furono prodotte nel 1983, di tale cifra il 34% andò ai cibi per animali, il 34% venne impiegato come mangime per polli, il 20 % in mangime per maiali, il 10 % in mangime per bovini da carne e latte.Se ci riferiamo alla mucca pazza e alle altre encefaliti trasmissibili (TSE), possiamo capire come queste forme in parte siano state coperte nella loro manifestazione e diffusione, aumentando i fattori di trasmissibilità negli animali domestici.(Gr Smith dell’Earth Island Journal).

Possiamo davvero stare tranquilli per i nostri amici?
Quello che è stato riportato, non è farina del mio sacco, sono fonti estere riprese per informare chi ha dei dubbi o crearne a chi ha sempre vissuto su certezze scontate, ma mai verificate e per aiutare a valutare il fenomeno con ottica diversa.
Ho volutamente dato un’ informazione ampia, perché si possa vedere la medaglia nelle sue due facce.Lascio alla riflessione personale le conclusioni e i relativi comportamenti a fronte di quanto argomentato.(Francesco Dr. Vignoli – Veterinario in Castelfranco E.)Fonti bibliografiche:La verità su cani e gatti: Earth Island Journal di Ann Martin Cfr. Nexus n° 10/97.

 
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